venerdì 20 gennaio 2012

Questa cosa delle moto special è inziata da qui...




Il primo Ciao truccato non si scorda mai... ritirato dalle ossute mani di un anziano compaesano, il primo Ciao usato è stato il primo laboratorio per un sacco di cose... le prime scampagnate in totale libertà, le prime cadute, le prime impennate... ma soprattutto le prime modifiche!

Via le esili ruotine a raggi, dentro le cicciose ruote in lega(?!) del Si e già così aveva tutta un'altra grinta! Vai con i buchi nella marmitta originale perché anche l'orecchio vuole la sua parte!

Erano quasi gli anni '90 e l'invasione degli scooter doveva ancora arrivare...


Il mercato nero all'Istituto Tecnico che frequentavo allora offriva prelibatezze (e fregature) meccaniche di tutti i tipi ed in poco tempo il povero Ciao divenne  un missile senza freni da sequestro istantaneo... cilindro 70cc Malossi monofascia (coperto da garanzia sul grippaggio per i primi 100 metri...), carburatore 13/13, puleggia piccolissima per allungare il più possibile i rapporti...



Il capitolo marmitte meriterebbe una pagina a se per tutti gli esperimenti fatti, essendo un pezzo fondamentale non solo delle prestazioni quanto dell'aspetto del mezzo, un vero e proprio emblema del coraggio nella lotta all'omologazione.. in tutti i sensi.  Io partii, come molti, con la puritanissima Sito Plus ( praticamente uguale all'originale,  totalmente inutile.. ) per arrivare al massimo dell'ostentazione con una marmitta ad espansione artigianale che faceva il giro di tutto il motorino , di quelle alte con una "pancia" enorme e un silenziatorino piccino, piccino... non ho avuto il coraggio di tenerla per più di una settimana, mi sembrava di vedere vigili da tutte le parti.. non era vita..

Vogliamo parlare dei pomeriggi persi a provare gli spilli del carburatore, i "giglé"?!  Che razza di parola è giglé?! e tutti li a sostenere di apprezzare realmente la differenza tra uno e un altro...

Ah, ma la vera idiozia dei quattordicenni esigeva la rimozione dei pedali e possibilmente del cavalletto centrale, altrimenti eri veramente il peggio sfigato della scuola... ecco, con il repentino peggiorare delle condizioni del cilindro non è che il mio Ciao Special si accendesse proprio alla prima... anzi, diciamo che neanche alla seconda o alla terza a volte ne voleva sapere..

[caption id="attachment_354" align="alignleft" width="300" caption="Classico esempio di ciclo-pischello in azione. Da notare l'assenza dei pedali ma soprattutto il classico stile detto della "piega inversa": motorino giù, lui su... un must! "][/caption]


Poi un giorno, a forza di spintoni per accenderlo arrivai fin dove dovevo andare. Realizzai in quel momento quanto tutto fosse assurdo e dissi basta:  era arrivata l'ora del tubone!*

Ma di questo ne parleremo un'altra volta...





(*dicesi tubone: motociclo a ruote alte con motore a marce e cambio a pedale il cui telaio principale era appunto un tubone che fungeva anche da serbatoio. Dalle mie parti i più diffusi erano il Malaguti Fifty e il Beta M4. Del Beta esisteva anche l'M5 col cambio a cinque marce ed il rarissimo M6 con il cambio a sei marce: un marchingegno mitologico di cui un compagno di studi (..studi?!) ne possedeva un esemplare portato a 80cc con raffreddamento a liquido, marmitta da motocross, etc.. nessuno sapeva davvero quanto diavolo andasse forte quell'affare...   ...se mangio la peperonata dopo le dieci di sera capita ancora che compaia nei miei incubi notturni... faceva veramente paura! )





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